Riflessioni sul mito di Atalanta e Ippomene
Prima
Immaginiamo Atalanta, giovane cacciatrice, che rifiuta di concedersi. Ella sfida i suoi pretendenti a gareggiare per poi metterli a morte. Si erige cosi nella mitologia come un’invicibile figura femminile.
Durante
Spostiamoci nell’istante cruciale della tela che rivela il colpo di scena. Ippomene, premiato per la sua audacia, viene sostenuto da Venere.
L’intrigo narra che Atalanta, chinandosi al suolo, raccoglie pomi dorati che Ippomene lascia cadere durante la gara. Atalanta perde il tempo, perde la gara, e s’inamora. Ippomene vince Atalanta in sposa.
Reni coglie questo frammento : l’istante che sospende il tempo e ne devia il corso per sempre, trasformando Atalanta in una donna che offrendosi all’amore, perde la sua forza immortale.
Poi
Gli amanti, trasformati per l’eternità in leoni per aver profanato con atto d’amore il tempio di Cibele, giungono fino a noi come congelati in sculture marmoree. È bello imaginare che le statue di leoni che vediamo oggi nei siti antichi sono pieni della forza impetuosa e pulsante del sacrificio d’amore d’Ippomene e Atalanta.
Il tempo di Reni
La tela ci rivela una riflessione sul tempo. L’istante di Reni contiene
il passato, il presente e il futuro. È proprio il momento in cui Atalanta sceglie di chinarsi sul pomo dorato, perdendo il tempo, che Reni sospende. Ci mostra cosi, senza dipingerlo, il fondo scuro della tragedia dei due amanti e l’immenso scenario che attraversa il tempo mitologico e giunge fino a noi.
Il ritmo
Si vede e si sente attraverso la tela il fondo ritmico della corsa di Atalanta cacciatrice, che lentamente si spegne e cade nel languore amoroso e nel respiro vitale.
La luce
La tela di Reni Ippomene e Atalanta è in realta la relazione tra la luce e l’ombra. La luce rivela l’azione di Atalanta.
L’ombra cela il mistero, il fondo delle cose, l’eterno restare.